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I castelli della Val d'Enza

La media Val d'Enza è una delle più belle vallate dell'appennino emiliano. L'ambiente unisce le sue attrattive al cospicuo patrimonio monumentale, legato in gran parte alla memoria di Matilde di Canossa che su questi colli aveva fortificato il cuore del suo vasto ducato.

Il Castello di Canossa, con Rossena che lo protegge dal lato del fiume, è noto nel mondo per l'incontro tra l'imperatore Enrico IV e il Papa Gregorio VII. Tra i monumenti medioevali spicca la matildica Pieve di Sasso e il castello di San Polo, con l'affresco di Nicolò dell'Abate nella chiesa parrocchiale.

Ricchissimo è il patrimonio degli antichi borghi, con le tradizionali case di sasso. Presso uno di essi, Selvapiana, dimorò anche il Petrarca, in più occasioni, negli anni successivi al 1341, come ricorda il suggestivo tempietto eretto nel 1839.


IL PONTACCIO

"Il Pontaccio"; situato nel greto dell'Enza, 1 km a monte dello sbarco del frantoio (III° tratto).

La leggenda dice che appena costruito il fiume deviò il suo corso e non ripassò mai più sotto di esso.

 

 

 

 


IL CASTELLO DI CANOSSA

Un eccellente posizione strategica, in cima ad una rupe di arenaria, ha reso importante questo castello fin dai tempi più remoti. Verso la metà del X secolo Azzo Adalberto impiegò gran parte delle sue ricchezze per rendere più munito e resistente il castello (che fu assediato nel 953 dai Longobardi di Re Berengario) e per edificare il tempio dedicato a Sant'Apollonio. Canossa divenne il centro fortificato del potere feudale degli Attonidi, la potente fanìmiglia di origine Longobarda che, con la contessa Matilde svolse un ruolo centrale nella storia europea al tempo della lotta tra Impero e Papato. Risale a Matilde il periodo di maggiore splendore di Canossa. L'immagine più famosa legata alla storia del castello è quella dell'imperatore Enrico IV, supplice ai piedi del castello, in attesa di essere ricevuto da Papa Gregorio VII. Enrico IV cercò di vendicarsi pochi anni dopo portando contro Matilde un potente esercito. Lo scontro, favorevole alla contessa, ebbe luogo in una vicina località dove fu poi edificata una chiesetta, tuttora esistente, chiamata, appunto Madonna della Battaglia. Nel 1115 con la morte di Matilde per il castello inizia il declino, segnato dalla distruzione del 1255 ad opera del comune di Reggio e del 1557, anno in cui Ottavio Farnese, alla guida di cinquemila fanti e ottocento cavalieri, demolì la rocca a cannonate. Nel 1878 lo stato italiano acquistò i ruderi del castello dichiarandolo monumento nazionale. Le devastazioni degli uomini e del tempo, aggiunte a fenomeni franosi, hanno conservato, del potente castello di Matilde, solo le tracce delle mura meridionali e della cripta del tempio di Sant'Apollonio. Un museo, completamente ristrutturato da recenti interventi, conserva reperti e testimonianze provenienti dagli scavi archeologici, in particolare un prezioso fonte battesimale del XII secolo, e propone un nuovo allestimento a carattere didattico con una saletta multimediale. Inaccessibile per alcuni mesi per lavori di restauro, il castello riaperto al pubblico nella seconda metà dell'anno 2000, con la tradizionale chiusura al lunedì.


IL CASTELLO DI ROSSENA

Il castello di Canossa era difeso a ponente dalla roccaforte di Rossena, a sua volta affiancata dalla torre segnaletica di Rossanella. Il profilo della fortezza e della torre, impiantati su un rossastro colle vulcanico, costituisce uno degli scorci paesaggistici più suggestivi di tutta l'area matildica. A differenza di altri castelli che nel tempo si sono trasformati in residenze signorili, Rossena ha conservato l'impianto originario di vera e propria macchina da guerra che doveva fermare eventuali aggressioni nemiche provenienti dalla valle dell'Enza. Secondo alcuni storici fu Azzo Adalberto a iniziare la costruzione del castello verso il 950. All'inizio si trattava di un mastio isolato, la cui struttura è ancora leggibile al centro della costruzione principale. Nel 1300 la famiglia dei Da Correggio prende il possesso di Rossena e, salvo brevi interruzioni, lo tiene sino al 1612. La rocca e la torre nel 1557 subiscono danni per un assalto delle milizie del Duca di Ferrara a causa dello scoppio del magazzino delle polveri. Nel 1613 il feudo passa a Ranuccio Farnese, signore di Parma. Da questo momento il castello entra a far parte integrante del Ducato di Parma e Piacenza fino al 1847 quando il castello viene aggregato al Ducato di Modena e Reggio. Di proprietà della Diocesi reggiana, Rossena ha subito un profondo restauro in occasione del Giubileo dell'anno 2000 che ne ha permesso il recupero per uso ricettivi. Oggi ospita un ostello con una cinquantina di posti letto. E' interamente visitabile a pagamento. Dal cammino di ronda si ammira uno splendido panorama. Di fronte a Rossena si staglia la torre di Rossanella raggiungibile da un breve ma impervio cammino e visitabile solo esternamente. La torre è articolata su tre piani. L'ingresso era al primo piano e avveniva tramite una scala in legno retrattile, per motivi di sicurezza. Il livello superiore era utilizzato per le segnalazioni e per colpire eventuali assalitori.


- Ufficio Informazioni Turistiche - Società d'area Re Appennino - Via Roma, 33/c - Castelnovo nè Monti (RE) tel. 0522810430 - www.appenninoreggiano.it
- Ufficio Informazioni Turistiche - Piazza Prampolini, 5/c - Reggio Emilia - tel. 0522451152 - fax 0522436739
- Provincia di Reggio Emilia - Servizio Cultura e turismo - Via Vicedomini, 3 Reggio Emilia - tel.0522459411 - www.provincia.re.it
- Castello di Canossa - museo e custode - tel.0522877104 - 0522872191 - Ingresso gratutito, chiuso il lunedì

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